Agire di fronte allo stalking (atti persecutori)
Ricorda che sono considerati atti persecutori intesi come molestie e/o minacce ripetute, tali da turbare le tue normali condizioni di vita e metterti in uno stato di insicurezza e di timori per te stessa, i seguenti comportamenti:
– Telefonate e/o sms di minacce e insulti
– Comportamenti ossessivi per attenzioni non richieste
– Appostamenti fuori dal luogo di lavoro o sotto casa
– Danneggiamenti intenzionali a cose di tua proprietà (la macchina, la cassetta della posta, la porta di casa ecc.)
– Minacce a persone unite a te da un legame affettivo
sono state approvate le norme che riconoscono come reato i comportamenti descritti, meglio conosciuti con il termine inglese di “stalking”.
Per la prima volta è possibile ottenere una forma di tutela solo presentandosi ad un organo di Polizia Giudiziaria (Polizia di Stato o Carabinieri) e raccontando quanto succede:
la persona molestatrice sarà chiamata ed “ammonita” senza che per questo si instauri un procedimento penale.
Infatti non è assolutamente necessario presentare querela o denuncia da parte della vittima.
Il Questore, con l’ammonimento, invita l’autore degli atti persecutori ad interrompere ogni interferenza nella vita della vittima e lo avverte che la ripetizione della sua condotta potrebbe assumere rilevanza penale.
In questo stadio non esiste alcun procedimento penale e l’ammonimento non viene iscritto sul certificato penale dell’ammonito.
Si procede però d’ufficio se:
– il soggetto è stato precedentemente ammonito
– il fatto è stato commesso nei confronti di un minore o di un disabile
– il reato è connesso con altro delitto perseguibile d’ufficio.
Se invece la vittima vuole che sia aperto subito un procedimento penale ha la possibilità di presentare querela entro i sei mesi dai fatti.
In ogni provincia, presso le Squadre Mobili delle Questure, da oltre 10 anni operano le Sezioni Specializzate nelle indagini riguardanti i reati in danno di minori, le violenze sessuali, gli abusi e i maltrattamenti contro le donne, lo stalking.
All’interno delle Sezioni è impiegato personale qualificato, dotato di particolare sensibilità e comprovata maturità, professionale e umana.
In questo delicato settore, la Polizia di Stato è stata particolarmente attenta affinché nel bagaglio formativo degli investigatori venissero introdotti strumenti tecnici idonei ad un valido approccio nei confronti delle vittime.
Grazie all’attenzione rivolta a tali reati, numerose Sezioni sono state, anche, dotate di luoghi riservati ad accogliere chi li ha subiti.
Le citate strutture hanno adottato svariate iniziative di collaborazione con le associazioni e i centri antiviolenza, in un lavoro di “rete” utile per la protezione di chi subisce violenze, aggressioni o stalking.
Infatti, il ruolo della Polizia di Stato è di fondamentale importanza per la vittima di stalking, che può cadere nell’errore di isolarsi o di sottovalutare il problema.
Al contrario, il confronto con gli operatori di polizia consente di predisporre mirate strategie di protezione.
La denuncia dettagliata dei fatti è fondamentale per una giusta valutazione del rischio e permette di utilizzare gli strumenti di protezione previsti per lo specifico reato di “atti persecutori” – art. 612- bis c.p. – recentemente introdotto nel nostro ordinamento.
La vittima ha facoltà di chiedere al Questore una misura di carattere preventivo, denominata “ammonimento”.
Inoltre, presso gli Uffici della Polizia di Stato, può ottenere informazioni utili sui Centri Antiviolenza più vicini.
Presso tutte le Squadre Mobili della Polizia di Stato vi è una sezione specializzata contro le violenze sessuali in danno di donne e minori, il mobbing e lo stalking.
Presso la Questura di Roma è stato istituito un servizio al numero di telefono 0646862931.
Per dare una risposta più funzionale ed immediata a queste donne che subiscono comportamenti molesti reiterati, lo sportello antistalking di “Telefono Rosa Nazionale” offre:
- informazioni ed assistenza legale;
- consulenza condotta dalle professioniste (Avvocata penalista, Psichiatra, Psicologhe) per la valutazione del livello di pericolosità degli atti violenti.
L’obiettivo è l’identificazione di possibili fattori di rischio specifici della violenza grave conseguente lo stalking. Inoltre, vengono fornite indicazioni su strategie antistalking: individuazione di strumenti più idonei e comportamenti adeguati da mettere in atto nella propria situazione;
- supporto psicologico e psicoterapeutico per superare la vittimizzazione e la traumatizzazione: è prevista una prima consulenza, con le psicologhe, psicoterapeute e psichiatre a cui può seguire un percorso psicoterapeutico. È previsto, in alcuni casi, anche l’inserimento in un gruppo di autoaiuto per aumentare il sostegno alla vittima.
- gruppo di autoaiuto per aumentare il sostegno alla vittima.
- invio ai servizi ed agli uffici specifici predisposti dalle Forze dell’Ordine.